Mozione contro ogni iniziativa di ispirazione fascista

La prima mozione che ho voluto presentare in questa nuova avventura amministrativa, ha ad oggetto un argomento che, da sostenitore del sindacato, da iscritto all’ANPI e da nipote di partigiano, mi sta particolarmente a cuore.

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Premesso che:

  • Sabato 9 ottobre 2021 la sede nazionale della Cgil a Roma è stata oggetto di un assalto fascista e squadrista, con esponenti della estrema destra in prima fila nel guidare l’azione di devastazione della Camera del Lavoro, tra cui sono state identificate persone legate al partito politico Forza Nuova;
  • Già in altri periodi bui della nostra storia, negli anni precedenti e seguenti la presa del potere, i fascisti assaltavano sistematicamente le Camere del lavoro;
  • Negli ultimi anni le violenze di matrice neofascista sono cresciute nel nostro Paese, e sono sempre più numerose le organizzazioni che si richiamano direttamente o indirettamente all’ideologie fasciste e naziste, fra le quali assume primario rilievo il partito politico Forza Nuova;

Considerato che:

  • La Costituzione Italiana si fonda su principi di libertà, solidarietà e democrazia, principi nati dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione dal fascismo;
  • L’insieme dei principi fondamentali, delle libertà costituzionali e, più in generale dei diritti e doveri del cittadino di cui alla Parte I della Costituzione esclude totalmente la tollerabilità, da parte dell’ordinamento Italiano, di comportamenti riconducibili all’ideologia fascista;
  • La XII disposizione transitoria della Costituzione recita: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”;
  • Il contenuto di tale disposizione è ulteriormente chiarito dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (cosiddetta legge Scelba) che, in materia di apologia del fascismo, sanziona «chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità» di riorganizzazione del disciolto partito fascista, specificando all’art. 1 che “Ai fini della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito e compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.
  • L’art. 3 della predetta legge 645/1952, prevede espressamente la possibilità da parte del governo, qualora ricorra taluna delle ipotesi previste nell’art. 1, di adottare il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni mediante decreto legge;
  • La diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero incitanti a commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, è una fattispecie di reato vigente nel nostro ordinamento introdotta dalla legge 205/1993 (c.d. Legge Mancino), la quale prevede, in caso di reato aggravato, la possibilità di scioglimento di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che favoriscano la commissione dei reati previsti dalla stessa legge.

Rilevato che:

  • Nel corso degli ultimi anni, anche nella nostra Regione e nel nostro Comune, hanno operato associazioni di chiara ispirazione fascista;
  • Conseguentemente all’attività di apologia del fascismo protratta dalle suddette associazioni si sono verificati sfregi e graffiti inneggianti la barbarie fascista e l’odio razziale sopra importanti monumenti cittadini eretti alla memoria degli eroi Tifernati della resistenza;

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Tutto ciò Premesso, considerato e rilevato

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CITTA’ DI CASTELLO

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

  1. A rafforzare, nella sua azione amministrativo-istituzionale, l’opera di valorizzazione dei principi costituzionali e dell’antifascismo.
  2. A svolgere iniziative patrocinate dal comune in particolare con gli studenti delle scuole medie e superiori al fine di contrastare il dilagante revisionismo storico sui fatti inerenti la seconda guerra mondiale e la lotta di liberazione.
  3. Ad avviare le misure procedurali necessarie per modificare, nella competente commissione statuto, l’art. 2 comma 9 dello Statuto Comunale sostituendolo con il seguente “Il Comune di Città di Castello si ispira agli ideali di libertà, di fratellanza e della lotta antifascista e partigiana che hanno portato alla fondazione della Repubblica Italiana. Il Comune richiamandosi alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, approvata dalle Nazioni Unite, riconosce il valore assoluto della vita, della sicurezza e della dignità di ogni persona umana come fondamento di libertà, giustizia e pace universale. A tal fine considera, anche, proprio compito primario la tutela delle fasce più svantaggiate della popolazione locale, ed opera per promuovere la solidarietà della comunità civile, in particolare a vantaggio dei soggetti più deboli ed indifesi. Promuove le più ampie iniziative in materia di assistenza, integrazione sociale e di tutela dei diritti delle persone diversamente abili. Il Comune riconosce i diritti della famiglia base naturale della società ed intraprende iniziative atte a realizzare anche in sede locale i principi costituzionali previsti dagli artt. 29 – 30 – 31 della Costituzione Italiana. Il Comune tutela le altre forme di convivenza”.
  4. A subordinare la concessione di spazi ed aree pubbliche, sale ed altri luoghi di riunione di proprietà comunale alla presentazione di una dichiarazione con la quale il richiedente affermi:   di riconoscersi nei principi e nelle norme della Costituzione italiana; di ripudiare il fascismo, il neofascismo, il nazismo, il neonazismo, il razzismo ed ogni forma di discriminazione in violazione dei principi di uguaglianza e di tutela della dignità umana sanciti dalla Costituzione; di non professare, fare propaganda, compiere manifestazioni esteriori inneggianti alle ideologie fasciste, neofasciste, naziste, neonaziste, razziste o discriminatorie in contrasto con la Costituzione, la legge di attuazione della stessa, la normativa nazionale e lo Statuto Comunale; di non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, propagandando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la Costituzione e i suoi valori democratici fondanti. La mancata dichiarazione di cui sopra comporterà l’inammissibilità della domanda. Nell’atto di autorizzazione o concessione dovrà essere fatto esplicito riferimento alla dichiarazione presentata. Il compimento di atti o dichiarazioni contrarie alla dichiarazione effettuate durante lo svolgimento dell’attività autorizzata, comporteranno l’immediata decadenza dell’autorizzazione e la immediata cessazione – se tecnicamente possibile – delle attività ancora in essere. La violazione determinerà inoltre l’impossibilità per il soggetto richiedente di ottenere una nuova autorizzazione per un periodo di cinque anni. La falsità della dichiarazione resa in relazione al soggetto richiedente, comporterà la segnalazione all’Autorità giudiziaria per violazione degli articoli 495 e seguenti del Codice penale ed il diniego della richiesta autorizzazione.
  5. Ad iscrivere il Comune di Città di Castello all’anagrafe Antifascista istituita dal Comune di Stazzema per la costituzione di un comune virtuale antifascista, sottoscrivendone la relativa carta valoriale.
  6. Ad inviare la presente mozione, a cura della presidenza del Consiglio Comunale, al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dell’Interno, chiedendo l’avvio del procedimento di scioglimento del partito politico Forza Nuova per ricostruzione del partito fascista e per l’inottemperanza alle norme previste dalla c.d. legge Mancino, risultando oltre ogni modo comprovato il coinvolgimento di militanti di Forza Nuova in episodi di violenza razzista e fascista.

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